Hola carissim*,
ci sono delle persone la cui morte ti provoca un senso di sgomento e solitudine anche se le hai conosciute solo per fama. Il professor Daniel Amit, fisico di fama mondiale e costruttore di pace e dialogo in una terra quotidianamente devastata dall'odio come è il territorio israelopalestinese, morto domenica scorsa, è sicuramente una di queste; lo sgomento e la solitudine sono poi amplificati dal sapere che causa della morte di Amit è un atto di suicidio.
L'idea che una persona che ha combattuto per tutta una vita le ingiustizie del mondo all'improvviso si arrenda così è per sconvolgente; riprovo in questi giorni le stesse sensazioni che provai quando, il 3 luglio 1995, ricevetti la notizia del suicidio di Alex Langer; il biglietto, che Langer lasciò ai familiari e a noi tutti, recitava poche parole: "Non siate tristi, continuate in ciò che è giusto."; queste parole oggi affondano ancora di più nella nostra quotidianità.
Sotto trovate i ricordi di Amit pubblicati su "Il Manifesto" e su Liberazione, più un suo articolo di aprile 2002 per "La rivista del Manifesto".
Che la terra sia lieve a quest'uono di scienza e di pace.
Caire atque vale
Giuseppe
Il Manifesto
Liberazione 1
Liberazione 2
Articolo di Daniel Amit per "La Rivista del Manifesto" - aprile 2002
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